domenica, dicembre 25, 2005

il faro di fastnet rock



Collocazione: Contea di Cork - Irlanda
Altezza: 54 mt
Portata: 27 miglia

Lo scoglio di Fastnet si trova a circa 6 km dalla costa sud-occidentale dell'Irlanda, un pinnacolo di roccia sperduta in mezzo al nulla, il cui punto più alto raggiunge i 26 mt, circondato da fortissime correnti, esposto alla furia di un mare sempre agitato.
Una leggenda narra che sia stato il diavolo a gettare quella pietra in mezzo al mare per procurarsi anime con i naufragi. Il numero delle navi che affondarono in quel tratto di mare sembra giustificare la leggenda. Nel 1848, l'anno dopo il naufragio della nave Stephen Whitney, che costò la vita a 90 passeggeri, le autorità decisero di erigere un faro sulla roccia di fastnet.
L'incarico di progettarlo venne affidato a George Holpin che, come suo padre, aveva già costruito altri fari in Irlanda e nel Regno Unito. La struttura fu costruita in ghisa, a costo di sforzi non indifferenti, giustificati dalle avverse condizioni del luogo. La lanterna venen illuminata il 1° gennaio 1854 grazie a una potente lampada ad olio, ma fu subito chiaro che quella struttura non avrebbe restistito a lungo alle intemperie e che era quasi impossibile l'attracco alle imbarcazioni adibite al cambio del personale e agli approvigionamneti. Gli uomini erano costretti a vivere rinchiusi nel faro anche per più di un mese in condizioni molto difficili. Nel 1881 la lanterna a seguito di una tempesta subì gravi danni e dieci anni dopo venne presa la decisione di costruire un nuovo faro in granito in prossimità della parte occidentale dello scoglio, in una posizione più protetta rispetto a quella precedente.
Il nuovo faro fu progettato di William Douglass, i lavori furono iniziati nel 1899 e durarono cinque anni. Fu un'impresa titanica i blocchi di granio della Cornovalia arrivarono a Rock Island e da lì venivano trasferirte a Fastnet con una nave costruita appositamente. Ogni blocco di granito venne incastrato a coda di rondine dentro a quello vicino. L'impianto fu inaugurato il 24 giugno 1904.

Tratto da: "Fari" di Annamaria Lilla Mariotti

mercoledì, dicembre 21, 2005

camminare

"Camminare significa aprirsi al mondo. L'atto del camminare riporta l'uomo alla coscienza felice della propria esistenza, immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi. E' una esperienza che talvolta ci muta, rendendoci più inclini a godere del tempo che non a sottometterci alla fretta che governa la vita degli uomini del nostro tempo. Camminare è vivere attraverso il corpo, per breve o per lungo tempo. Trovare sollievo nelle strade, nei sentieri, nei boschi non ci esime dall'assumerci le responsabilità che sempre più ci competono riguardo ai disordini del mondo; ma permette di riprendere fiato, di affinare i sensi e ravvivare la curiosità. Spesso camminare è un espediente per riprendere contatto con sé stessi. " (da David Le Breton, Il mondo a piedi, Feltrinelli)

martedì, dicembre 20, 2005

think different


Da qualche anno ho iniziato ad usare un computer mac. E' un amore nato piano piano che poi si è trasformato in una vera passione. I miei amici, ormai, mi considerano un invasato. Alcuni mi guardano incuriositi e non nascondono le loro perplessità. Altri mi chiedono i motivi di questa mia scelta. Il più delle volte mi perdo in spiegazioni tecniche che, però, non sono sufficienti a spiegare cosa voglia dire usare un mac.
Un po' di tempo fa Repubblica ha invitato i mac user italiani a esprimere le loro sensazioni e i motivi della loro scelta su sito del quotidiano. Tra i tanti messaggi pervenuti quello che mi ha emozionato di più e questo:

"Io sono Mac perchè ho scelto una fidanzata bruttina ma con un corpo da favola e a cui piace fare l'amore, perchè ho una macchina che dopo 13 anni va ancora benissimo, perchè a mangiare nei fast food non ci vado mai ma da mia mamma sempre, perchè al cinema non vado a vedere gli effetti speciali ma Spike Lee, perchè "a me mi" non lo dico mai, perchè tante volte compro un libro solo perchè mi piace il titolo, perchè non sono mai stato in un villaggio turistico ma ho dormito in una baraccopoli, perchè di notte guardo in cielo per vedere le stelle, perchè sogno di adottare tanti figli che non giochino con le Play Station ma con le cerbottane .... perchè un computer è solo una macchina ma noi no!"
di Luca Nichetti - 36 - crema - impiegato


Ecco perchè....proprio le parole che non trovavo.

riflessioni poco serie sulla teogonia


Allora ricapitoliamo: all'inizia c'era il Kaos, inteso non come casino, confusione etc, bensì come il Tutto, sì proprio come l'Essere completo, insomma la perfezione assoluta. Dal Kaos nacque Gea la quale a sua volta generò Uranos il quale, a sua volta, diventò il suo amante. Beh, in fondo questi greci sono fissati con il complesso di Edipo. Bene, allora dicevamo che questo Uranos, tutte le sere, scende su Gea e la feconda (all'epoca non c'era nè il grande fratello nè Porta a Porta) e dato che all'epoca i preservativi non erano ancora testati uno ad uno, dacci oggi, dacci domani ecco che Gea genera figli (e senza contributo statale). Gea viene a sapere dal Fato, il quale tutto sa, ma nulla vuole, che uno dei suoi figli usurperà il padre. La cosa arriva all'orecchio di Uranos il quale non avendo nessuna intenzione di mollare l'osso prende le sue precauzioni e passa al sesso sicuro. Gea non la prende bene e convince uno dei suoi figli (Kronos) a vendicarsi nel mondo più doloroso. E qual è il modo più doloroso per un uomo nel pieno del suo vigore sessuale ? Esattamente, viene evirato (ah che dolor) dal proprio figlio. Il quale prende il membro evirato e......

sigla titoli di coda.....alla prossima puntata

domenica, dicembre 18, 2005

frasi lette qua e là


"io sono un clown e faccio collezioni di attimi"

Heinrich Boll

giovedì, dicembre 15, 2005

dalla marcia del sale al silicio


(....) L'India, è lanciata verso traguardi che a noi appaiono irrangiungibili. Le sue 380 università scientifiche sfornano 200 mila ingegneri all'anno, più 300 mila laureati nelle altre materie scientifiche (matematica e fisica, chimica e biologia), e 2 mila super laureati con il PhD. La qualità di questa manodopera è stata riconosciuta da tempo nella patria dell'hi tech: gli Stati Uniti per anni hanno campato di rendita sull'immigrazione dei cervelli indiani. Il 12 per cento degli scienziati di tutte le facoltà americane sono indiani, e addirittura il 36 per cento dei matematici della Nasa. Ma l'emigrazione in America non è più quella scelta obbligata che era ancora dieci anni fa per i migliori talenti. Ora i cervelli possono rimanere in India, sono le multinazionali che vengono qui. Subito dopo gli USA, nel mondo il più vasto serbatoio qualificato di manodopera tecnico-scientifica che parla inglese si trova in India.
(...) Un Paese dove ancora esistono le caste, ma che è anche capace di avere contemporaneamente un presidente della repubblica musulmano, un primo ministro della minoranza sikh, un leader del partito di governo cattolica è italiana: Sonia Gandhi. Con un miliardo di abitanti di cui il 70% ha meno di 35 anni è un mercato in vorticosa ascesa. Su questa immensa popolazione giovane si esercita una micidiale selezione dei talenti. Ci sono così tanti giovani qualificati a caccia di posti di lavoro che l'ambizione competitiva viene eccitata fino ai livelli più estremi. Sia per i giovani che per le famiglie la motivazione è fortissima. In America e in Europa la gente risparmia innanzitutto per prepararsi alla pensione qui la prima finalità del risparmio è l'istruzione dei figli. Per milioni di di ragazzi della piccola borghesia indiana il voto in matematica ed in inglese rappresenta la via d'uscita dalla trappola della povertà in cui le generazioni precedenti erano imprigionate.

Tratto da un articolo di Repubblica del 13 Dicembre 2005

lunedì, dicembre 12, 2005

che la forza sia con te


l'impero del male è stato sconfitto. E' pur sempre una buona notizia, almeno per me.

domenica, dicembre 11, 2005

la versione di Barney


Approdato a una tarda, linguacciuta, rissosa età, Barney Panofsky impugna la penna per difendersi dall'accusa di omicidio, e da altre calunnie non meno incresciose, diffuse dal suo arcinemico Terry McIver. Così, fra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo, Barney ripercorre la vita allegramente dissipata e profondamente scorretta che dal quartiere ebraico di Montreal lo ha portato nella Parigi dei primi anni Cinquanta e poi di nuovo in Canada, a trasformare le idee rastrellate nella giovinezza in "sitcom" decisamente popolari e altrettanto redditizie.

A dir la verità non trovo (e questo è grave) le parole per descrivere quanto mi abbia entusiasmato questo libro e quanto io mi sia immedesimato in Panofsky, un personaggio che alla fine non puoi fare a meno di amare.
A tutt'oggi il libro più bello che io abbia mai letto.
Barney, dove sei ???

sabato, dicembre 10, 2005

munich


La XX Olimpiadi dei giochi moderni si svolse a Monaco nel 1972. Negli intenti degli organizzatori doveva cancellare dalla memoria degli spettatori quella svoltasi nel 1936 a Berlino ed utilizzata da Hitler come manifesto del suo delirio di onnipotenza.
In realtà Monaco 72 viene ricordata tutt'oggi per quello che successe il 5 settembre nel villaggio olimpico; un commando di otto fedayn (Settembre nero) si introdusse negli alloggi della squadra israeliana e dopo aver ucciso due persone ne tenne in ostaggio altre nove.
Dopo lunghe trattavie i sequestratori raggiunsero, insieme agli ostaggi, l'aeroporto dove ad attenderli avrebbe dovuto esserci un Boeing. In realtà la polizia tedesca aveva approntato un trappola che, però, sfociò in una strage. I tiratori scelti aprirono il fuoco sul commando. La risposta dei fedayn non si fece attendere. Morirono tutti gli atleti israeliani, un agente, un pilota e cinque miliziani.
Immediatamente scattò la rappresaglia israeliana. Il premier Golda Meir ordinò a Zvi Zamir, il capo del mossad, di eliminare esecutori e mandanti del blizt. E proprio a questa seconda fase che si ispira il film, in uscita nelle sale americane, di Steven Spielberg (Munich).

venerdì, dicembre 09, 2005

che cosa ti aspetti da me ?


Questa è la storia di Tommaso Perez, brillante fisico nucleare, la sorprendente parabola della sua esistenza, dei suoi anni d'oro in compagnia dei più grandi scienziati del Novecento e dei suoi anni grigi confinato in una casa di riposo, inchiodato su una carrozzella. Ma la vita è così, ti porta in alto, ti fa credere di aver intuito l'assoluto, ti illude di aver compreso il senso delle cose, e poi ti risputa come un nocciolo di prugna. Tommaso Perez, in effetti, tutto ha creduto e sperato tranne di voltare pagina oltre i settanta, quando Elena, senza preavviso, entra nel suo mondo e a poco a poco lo rivoluziona.

Ho scoperto Licalzi qualche anno fa. Entrando in una libreria di Milano, infatti, mi cadde l'occhio su quella che, all'epoca, era la sua ultima fatica (Non so). Da allora ho letto tutti i suoi libri rimanendo, quasi sempre, soddisfatto ogni volta che ne terminavo uno. Perez, il protagonista di "Che cosa ti aspetti da me ?", è una persona che si ritrova alle soglie dell'inverno della sua vita, una persona che ha vissuto rincorrendo un sogno senza mai riuscire a raggiungerlo, una persona che, una volta ricoverata in una casa di cura, utilizza il sarcasmo e l'ironia per riuscire a mettere in fila un giorno dopo l'altro finchè, all'improvviso, entra in scena Elena e la sua vita, di colpo, offrirà delle prospettive completamente diverse.

giovedì, dicembre 08, 2005

lost generation - prima parte


Dal link sotto riportato avete la possibilità di scaricare la prima di due lezioni a cui ho partecipato sulla letteratura americana tenute dal professore Mauro Maffi alla libreria "sulla strada" di Milano.
Alla prossima

lost generation

la mamma è sempre la mamma

mercoledì, dicembre 07, 2005

treno 8017


Torino, giugno 1946. Nell'Italia liberata è tempo di postume vendette. Adelmo Baudino è un ex ispettore della polizia ferroviaria, di mezza età, partigiano. L'epurazione che ha risparmiato colleghi ben più compromessi di lui, lo ha colpito per pura stupidità burocratica. Ma quando muore l'unico pronto a testimoniare a suo favore, capisce che qualcosa non funziona e inizia a indagare. L'indagine che segue, per ottenere un titolo di merito che lo riabiliti, lo porta su una scia di sangue che da Torino attraversa la penisola.

Una Torino appena uscita dalla guerra, una strage (Baveno 1944) dimenticata perchè troppo vicina alla tragedia della guerra e un uomo che cerca faticosamente di ricominciare a vivere. Questi sono gli ingredienti del romanzo di A. Perissinotto che ha tra le sue qualità migliori quella di far immergere il lettore in una realtà che le persone della mia età hanno sentito raccontare solamente dai propri genitori.

l'udienza è tolta


L'omicidio di una prostituta infiamma le cronache della tranquilla La Spezia. Le indagini sono gestite dall'irreprensibile e brillante giudice Altero, che ha a sua disposizione un'unica testimonianza: quella di Svevo, un bambino che ha casualmente assistito al brutale assassinio. Sarà Svevo a fornire al giudice i primi preziosi indizi, raccontando - anzi disegnando, poichè dalla sera del delitto ha smesso di parlare - che l'omicida guidava una Porsche verde. Ed è il proprietario di una Porsche verde, Niccolò Guerra, figlio di uno degli uomini più ricchi della città, a essere presto incriminato dell'omicidio. Ma improvvisamente una misteriosa e-mail firmata «Mimosa» segna l'inizio del crollo delle sue certezze: Guerra è innocente...


Ho scoperto Degli Antoni al festival della letteratura di Mantova di quest'anno. Il libro è scritto bene e lo smarrimento di cui è vittima il sistema giudiziario italiano è senz'altro un argomento d'attualità. Di sicuro non ha una struttura narrativa avvincente.

the sound of silence


Hello darkness. my old friend.
I've come to talk with you again.
Because a vision softly creeping.
Left its seeds while I was sleeping.
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within The Sound Of Silence.

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone.
'Neath the halo of a street lamp.
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of
a neon light
That split the night
And touched The Sound Of Silence.

And in the naked light I saw
Ten thousand people. maybe more.
People talking without speaking.
People hearing without listening.
People writing songs that voices never share
And no one dare
Disturb The Sound Of Silence.

"Fools" said I."You do not know
Silence like a cancer grows.
Hear my words that I might teach you
Take my arms that I might reach you."
But my words like silent raindrops fell.
And echoed
In the wells of silence

And the people bowed and prayed
To the neon god they made.
And the sign flashed out its warning.
In the words that it was forming.
And the signs said."The words of the prophets
are written on the subway walls
And tenement halls"
And whisper'd in The Sound Of Silence.

Simon and Garfunkel

domenica, dicembre 04, 2005

Un luogo amato


Foresta di Camaldoli (Arezzo)

il vero Natale


L’edizione 2005 del rapporto La Condizione dell’infanzia nel mondo pone al centro dell’attenzione la minaccia rappresentata dalla povertà, dalle guerre e dall’HIV/AIDS nei confronti dell’infanzia intesa come un periodo in cui i bambini crescono e sviluppano pienamente le proprie potenzialità.

L’infanzia è un periodo speciale nella vita di ogni persona – un periodo durante il quale i bambini dovrebbero essere stimolati all’apprendimento e al gioco dalle famiglie e da quanti si prendono cura di loro – e costituisce un elemento essenziale nella formazione di generazioni future sane e produttive.

La Convenzione sui diritti dell’infanzia, adottata nel 1989, ha stabilito una nuova definizione di infanzia incentrata sui diritti umani. Nella Convenzione si auspicano significativi progressi nel garantire il rispetto dei diritti dei bambini alla sopravvivenza, alla salute e all’istruzione, grazie alla fornitura di beni fondamentali e alla prestazione di servizi essenziali, e una crescente consapevolezza che, per proteggere i bambini dallo sfruttamento, dagli abusi e dalle violenze, è necessario creare un ambiente protettivo.

Tuttavia, all’interno di numerosi paesi e regioni, alcuni di questi risultati rischiano di essere rimessi in discussione a causa della povertà, delle guerre e dell’HIV/AIDS. I diritti di più di un miliardo di bambini sono violati, perché vengono negati uno o più servizi fondamentali necessari alla loro sopravvivenza, alla loro crescita e al loro sviluppo. Milioni di bambini crescono all’interno di famiglie e comunità distrutte dalla guerra.

Nell’Africa subsahariana l’epidemia dell’HIV/AIDS ha causato un incremento dei tassi di mortalità infantile, determinando una drammatica riduzione delle speranza di vita e rendendo orfani milioni di bambini.

Questi non sono gli unici fattori che minacciano l’infanzia, ma sono sicuramente tra i più importanti, con effetti altamente dannosi per le possibilità di sopravvivenza e di sviluppo dei bambini. I danni provocati vanno ben oltre il periodo dell’infanzia, perché rendono più elevate le probabilità che la generazione successiva possa subire le stesse minacce e perché rendono ancora più difficile la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio.

Guardiamoci intorno e usciamo dai nostri egoismi.
Il brano sopra riportato è stato tratto dal rapporto 2005 sulla condizione dell'infanzia. Per maggiori informazioni
cliccare qui

venerdì, dicembre 02, 2005

2 dicembre 1805 - la battaglia di Austerlitz


Nel 1805 si formò la terza coalizione composta da Inghilterra, Russia, Austria, Svezia e Regno di Napoli. Napoleone aveva trascorso l’ultimo anno a preparare l’invasione dell’Inghilterra, ma in realtà dopo la sconfitta di Trafalgar, qualche mese prima, capì che i tempi non erano ancora maturi. Nel frattempo la coalizione mise a punto un piano per sconfiggere Napoleone. Questo piano prevedeva che il generale austriaco Mack contenesse la grande armee in baviera in attesa dell’arrivo del grosso delle forze russe comandate da Kutuzov (da non confondere con l’attaccante della Sampdoria ex Milan). In realtà Napoleone grazie alla mobilità dei suoi corpi e alle marce forzate riuscì ad arrivare ad Ulm (dove si trovava Mack) in anticipo rispetto a quanto si aspettavano gli eserciti della coalizione, in questo modo Mack si trovò a fronteggiare l’imperatore senza l’appoggio dell’esercito russo.
Con una rapida concentrazione di forze che non aveva precedenti, Napoleone riuscì ad accerchiare Mack che si ritrovò con la Foresta Nera alle spalle. Il 20 ottobre Mack si arrese quasi senza combattere aprendo la strada verso Vienna la capitale austriaca.
Ad Austerlitz Napoleone usò una manovra inusuale, attaccò dai fianchi. I russi a ruppero gli indugi attaccando il fianco destro, Napoleone lo sguarnì un poco, rivitalizzandolo di tanto in tanto per non farlo collassare. Mentre il nemico era occupato con questo logorio del fianco destro Napoleone ordinò un assalto frontale e diretto all'ormai debole centro del nemico scatenando ben 17 mila uomini. Le forze di Kutuzov, che si aspettavano un contrattacco dalle ali, furono sorprese dall'attacco centrale e, dopo un duro combattimento, furono messe in rotta. Con il centro in rotta, le due ali della coalizione furono tagliate fuori e poco dopo incominciarono a ritirarsi fino a fuggire disordinatamente. Quando Napoleone vide la fanteria russa ripiegare sugli stagni di Monitz e sul lago Satschan, ordinò alla propria artiglieria di sparare sulle lastre di ghiaccio da cui sono ricoperti. Moltissimi soldati russi e austriaci annegarono nelle acque ghiacciate del lago.
Dopo la conta delle perdite il successo francese risultò devastante: 9 mila tra morti feriti e catturati contro gli oltre 25 mila dell'armata austro-russa.

giovedì, dicembre 01, 2005

leggere



Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.
J.D. Salinger, "Il giovane Holden"

Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.
Marco Tullio Cicerone

Non leggete per divertirvi o per istruirvi. Leggete per vivere.
Gustave Flaubert

Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac