lunedì, agosto 28, 2006

Festival della letteratura


Ormai è arrivato alla sua decima edizione e rappresenta, per tutti gli amanti della lettura, un appuntamento irrinunciabile. Anche quest'anno farò la mia scorpacciata di eventi e di tortelli alla zucca e spenderò molti soldi in libri.
Per scaricare il programma, cliccate qui.
Nella foto due partecipanti al festival della passata edizione.

domenica, agosto 27, 2006

Grigori Perelman, il matematico invisibile


La medaglia Fields, per chi non lo sapesse, sta alla matematica come il premio Nobel sta alla letteratura o alla fisica. Insomma è la massima onorificenza che un matematico possa ricevere come riconoscimento del proprio lavoro. A differenza del premio Nobel vi è un'importante limite, i candidati, infatti, non devono avere più di 40 anni.
Nel 1924 il matematico canadese John Charles Fields riuscì a raccogliere una notevole quantità di contributi finanziari per organizzare il Congresso Internazionale dei Matematici a Toronto. Chiuso il convegno, Fields decise di utilizzare l'ingente somma rimasta per istituire il premio: due medaglie ed un compenso da assegnare nei successivi Congressi Internazionali di Matematica a giovani ricercatori.
Fields venne colpito da una grave malattia nel 1932, poco prima del congresso di Zurigo. Le prime due medaglie Fields vennero assegnate nel 1936 al Congresso di Oslo.
A causa della guerra, non ci furono poi altri Congressi fino al 1950 ad Harvard.
Nel 1966, in seguito all'espansione della ricerca matematica, si decise di assegnare quattro medaglie anzichè due.
Ma perchè vi dico tutto questo ? Semplice, qualche giorno fa si è tenuto il Congresso dei matematici a Madrid e uno dei premiati, Gricorj Perelman, nato nel 1966 a San Pietroburgo, ha rifiutato il premio. Costui nel 2002 aveva pubblicato su internet la soluzione ad uno dei problemi più complessi della storia della matematica, la Congettura di Poincarè.
Ciò nonostante Perelman ha affermato: "il premio è del tutto irrilevante per me, se la soluzione è giusta non c'è bisogno di un ulteriore riconoscimento". Perelman non ha rifiutato solo una medaglia, ma anche i 15 mila euro di premio ad essa collegati, ma non solo. Poichè la congettura di Poincarè rientra tra i grandi problemi del millenio, Perelman avrebbe diritto di ricevere la non trascurabile somma di 1 milione di dollari messa a disposizione dalla Clay Foundation. Ma, in fondo, cos'è il vil denaro in confronto alla gloria eterna ?

mercoledì, agosto 16, 2006

Uno sguardo al cielo


Tra qualche giorno il nostro sistema solare potrebbe registrare tre nuove entrate: si tratta dei pianeti Cerere, Caronte e 2003 UB313 (complimenti per il nome). In realtà non siamo di fronte a delle nuove scoperte. Molto semplicemente i sette saggi astronomi sono riuniti per cambiare la definizione di pianeta. Il problema è nel definire che cosa è un pianeta e che cosa non lo è con riferimento alle dimensioni, sia minime che massime: quanto grande deve essere un asteroide per poter essere chiamato pianeta? E quando un pianeta è troppo grande per essere tale ? Insomma, diciamocelo francamente, questi sono quesiti che tutti noi, mentre ci facciamo la barba o ci laviamo i denti, almeno una volta alla settimana, ci poniamo. Beh, non resta che aspettare il 24 agosto e tutti i nostri dubbi avranno una risposta.

domenica, agosto 13, 2006

Vittorie silenziose


Vittorie silenziose, che non accendono l'entusiasmo della folla, che non sono degne di troppo attenzione. Ma sono le vittorie della fatica e del sacrificio, le più nobili.
Stefano Baldini - medaglia d'oro nella maratona agli europei di Goteborg 2006

sabato, agosto 12, 2006

L'ultima cena


Questa mattina, dopo aver prenotato circa un paio di mesi fa, sono andato al Cenacolo Vinciano. Visita estremamente interessante anche grazie alla competenza di Elena Ragazzi, la guida. Di seguito vi propongo la sbobinatura dei 15 minuti di commento all'opera di Leonardo.

Leonardo, nella realizzazione dell’opera, non utilizza la tecnica tradizionale dell’affresco, bensì una tecnica sperimentale; una tempera mista su un doppio strato di intonaco asciutto. Diciamo che di per sé la tecnica non è sperimentale in quanto la tempera mista veniva applicata alle tavole e sulle tele, ma mai sul muro a causa dell’umidità abbastanza elevata. Leonardo, però, con il doppio strato di intonaco, pensava di aver isolato a sufficienza il colore dall’umidità. In realtà dopo pochi anni, poiché aveva dipinto sull’intonaco asciutto e non fresco, il colore iniziò a staccarsi e in questo modo l’opera si rovinò abbastanza in fretta, tanto che dopo il ‘600 (circa dopo 150 dalla sua realizzazione) i frati della basilica pensavano di averla persa per sempre, in quanto, a quell’epoca il restauro non esisteva ancora. Quindi non si fecero alcuno scrupolo ad aprire, proprio nella parte inferiore del dipinto una porta di collegamento tra il refettorio e la cucina. Centocinquanta anni dopo l’apertura della porta sarebbe nata la tecnica del restauro. L’apertura di questa porta impedisce la visione della parte sottostante dell’opera privando il visitatore della vista dei piedi di Gesù. Inoltre, nel ‘700, la tecnica del restauro era completamente diversa da quella attuale che si basa sul pulire e consolidare, allora si tendeva a pulire e a ridipingere laddove il colore era andato perduto. Ragione per cui, l’ultimo restauro che è durato 21 anni è stato particolarmente impegnativo in quanto, i restauratori hanno dovuto, non solo pulire l’opera dalla sporco, ma anche da tutte le ridipinture che erano state appiccicate sopra il dipinto originario.
Se osserviamo ora il dipinto vediamo che è a macchie. Laddove osserviamo delle zone di colore più vivo, quello è il colore originale di Leonardo, dove, invece, vediamo il colore più sbiadito, lì è un’integrazione ad acqua (un acquarello) che è stato aggiunto per avere una visione non frammentata, ma abbastanza uniforme. E’ possibile, da questo, capire quanto, tutt’oggi, l’opera sia abbastanza sofferente dal punto di vista cromatico, molto diversa da come doveva essere alla fine del ‘400 quando Leonardo la realizza. Questo dal punto di visto tecnico.

Il momento rappresentato durante la cena è quello appena successivo all’annuncio del tradimento agli apostoli. Perché Leonardo sceglie proprio questo momento e non quello tradizionale della benedizione del pane e del vino ? Perché volle approfittare di questo dipinto per applicare tutti i suoi studi sulla fisionomia umana, la corrispondenza tra i tratti fisici e la psicologia, le emozioni (i famosi "moti dell’anima"). Quindi scelse proprio questo momento di grande turbamento, di grande angoscia e stupore. E infatti, osservando l’opera, non troviamo un apostolo uguale all’altro, hanno tutti espressioni diverse, fisionomie diverse e gesti diversi. Leonardo voleva proprio rappresentare la varietà umana.
I primi tre apostoli, partendo da destra, sono Simone, Taddeo e Matteo. Essi indicano con le loro mani e con i loro gesti Gesù, o meglio le parole che Gesù ha appena detto. Osservandoli, infatti, capiamo che stanno discutendo dell’annuncio. Il quarto apostolo è Filippo, il quale si mette in discussione chiedendo se forse sarà lui il traditore e ha l’espressione più bella di tutti gli apostoli in quanto emerge la sua angoscia e quanto stia partecipando alla sofferenza di Gesù.
Davanti a lui, vestito di verde con le braccia spalancate c’è Giacomo maggiore, mentre dietro, con il dito puntato verso l’alto vediamo Tommaso, il famoso dito indagatore di Tommaso che penetrerà nel costato di Gesù risorto. Per credere alla resurrezione di Cristo, infatti, dovrà toccare con mano, è come se Leonardo abbia voluto mettere in evidenza la caratteristica dubitatrice di questa figura. Poi, al centro, c’è Cristo che indica il pane e il vino, simboli del suo corpo e del suo sangue e, nello stesso tempo indica la sua doppia natura, divina e umana. Infatti si può osservare che un suo palmo è rivolto verso il cielo e l'altro verso la terra, quindi indica Dio e gli uomini, Lui che è mediatore tra Dio e gli uomini. Alla sua destra Giovanni che si chiude fisicamente, incrociando le dita davanti a sé, e si chiude anche emotivamente tenendo dentro di sé la sofferenza. Giovanni non si stupisce del tradimento in quanto Cristo glielo aveva già comunicato. Egli ha questi lineamenti così delicati, quasi femminili, che hanno fatto molto discutere dopo l’uscita del libro di Dan Brown. In realtà, Leonardo, in origine voleva rappresentare una figura molto mite e molto dolce e non bisogna dimenticare che Giovanni era il più giovane degli apostoli. In più dobbiamo considerare che il lavoro ad acqua che è stato aggiunto durante tutto l'ultimo restauro ha ingentilito tutto il dipinto e nel caso di Giovanni l'ha reso ancora più delicato.
L’apostolo con la barba bianca che sta dicendo a Giovanni di chiedere a Gesù di ripetere l’annuncio è Pietro, il quale con la mano destra sta tenendo un coltello. Con questo coltello Leonardo voleva sottolineare il temperamento impulsivo di Pietro che lo porterà a rinnegare, per tre volte, Cristo, e a tagliare l’orecchio al soldato romano nel momento della cattura di Gesù. Davanti a lui, con il volto scuro, l’apostolo che si appoggia al tavolo, quello è Giuda il quale tiene in mano il sacchetto con i trenta denari. Poi c’è Andrea che, con le mani davanti a sé, sembra giustificarsi di non essere il traditore. Giacomo minore che sembra trattenere l’impulsivo Pietro e poi Bartolomeo si protende in avanti e cerca, anche lui di partecipare a questo sgomento generale.
Quindi, come potete vedere, non c’è un apostolo uguale all’altro, c’è una grandissima varietà di reazioni.
Se andiamo verso il centro della sala possiamo ammirare la profondità del dipinto rappresentata da Leonardo con l’uso della prospettiva geometrica, come se volesse dare, ai frati che mangiavano nel refettorio, l’illusione di partecipare essi stessi all’ultima cena.

venerdì, agosto 11, 2006

Glossario della guerra in Libano


In giorni come questi, nei quali la "polveriera" del medio oriente ha ricominciato ad incendiarsi, è utile mettere ordine nella nostra memoria. Perciò ho trovato interessante questo breve glossario apparso sul "Venerdì" di Repubblica.

Libano
Si estende tra Siria e Israele pr 10.400 chilometri quadrati, una superficie pari a quella dell'Abruzzo. Ha una popolazione pari a quella dell'Abruzzo. Ha una popolazione di tra milioni e 874 mila abitanti. Protettorato francese dal 1920 , è indipendente dal 1943 quando venne creao un sistema politico interconfessionale ceh spartì il potere tra maroniti, sunniti, sciiti, drusi, greco ortodossi e greco cattolici. Attualmente, nelle loro varie componenti, i musulmani rappresentano quasi il sessanta per cento della popolazione. Le fedi cristiani quasi il restante quaranta.

Hezbollah
L'organizzazione sciita che si definisce "Partito di Dio" viene fondata nel 1982 a Baalbek, nella valle della Bekaa, sua roccaforte. Foraggiata dall'Iran, negli anni 80 domina la scena della guerriglia libanese con ripetuti sequstri di cittadini occidentali. Hezbollah conterebbe oggi sul almeno 3.000 miliziani. Alle elezioni libanesi del 2005 il suo braccio politico ha ottenuto, con partiti alleati, 35 seggi diventando la seconda forza in Parlamento.

Palestinesi
In oltre 100 mila approdarono in Libano nel 1948 (nascita di Israele) dopo il conflitto arabo-israeliano e la proclamazione dello stato ebraico. L'esodo si ingrossa in seguito alla guerra dei Sei giorni (1967) contro Egitto, Siria e Giordania e alla froce reppressione antipalestinese attuata in Giordani da re Hussein nel 1970: il cosiddetto "Settembre nero" che darà il nome al gruppo di feddayn protagonisti del sanguinoso sequestro degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco 1972. Nel '75 i Palestinesi in Libano superano i 300 mila. Una presenza pesante che sarà tra i detonatori della guerra civile. Fino al 1982, quando, sotto protezione internazionale, Arafat e 11 mila miliziani lasciano una Beirut devastata.

Maroniti
Restano la principale componente cristiana di un paese abituato in maggiornaza da musulmani. Organizzati militarmente nella Falange Libanese (fondata nel 1936 da Pierre Gemayel sulla falsariga del falangismo spagnolo e del fascismo) furono, spesso tristemente, tra i protagonisti della guerra civile che dal '75 li vede opposti ai palestinesi e alle cosiddette forze arabe progressiste. Nell'83, dopo il ritiro israeliano, le truppe druse capitanate da Walid Jumblatt costrinsero la popolazione maronita a un esodo massiccio dalle alture dello Chouf. Fu la sanguinosa "Guerra della montagna".

Drusi
Setta musulmana fondata in Egitto nell'undicesimo secolo. Perseguitati dai sunniti, si dispersero nell'area medio-orientale. Dagli anni Settanta, in Libano, il personaggio simbolo della comunità è Walid Jumblatt.

Siria
E' la potenza regionale che, con Israele, ha più pesato sui destini recenti del Libano. Giugno 1976: la guerra civile libanese sta volgendo a sfavore delle Forze cristiana, che chiedono l'intervento dei siriani. Lo otterranno ma a proprie spese. Damasco (che insegue il vecchio sogno territoriale della "Grande Siria" e non riconosce la sovranità libanese) invia in pochi mesi 40 mila soldati. L'alleanza con i combattenti maroniti però si deteriora fino a diventare scontro aperto. Il fronte cristiano si spacca tra falangisti e filo-siriani. I primi si avvicineranno ad Israele. Nel 1982, davanti all'invasione israeliana, i siriani hanno la peggio. Accettano il cessate il fuoco. Nel 1989, però, l'offensiva antisiriana del genrale maronita Michel Aoun non ha successo. Gli accordi Taif pacificano momentaneamente il Libano e sanciscono la tutela siriana sul paese. La presenza militare delle truppe di Damasco durerà fino alla primavera del 2005

lunedì, agosto 07, 2006

Letta per caso


"La farfalla non conta gli anni ma gli istanti: per questo il suo breve tempo le basta".

scrittore indiano Tagore, Nobel 1913

Vai e vivrai


Se, mentre scorrono i titoli di coda di un film, ti senti arricchito per aver appreso qualcosa che prima ti era completamente sconosciuto e, nello stesso tempo, hai gli occhi umidi, probabilmente hai visto un capolavoro.
Per leggere la trama clicca qui

domenica, agosto 06, 2006

Bagaglio leggero


Spesso, per strada, mi capita di fermarmi ad osservare le persone anziane. Così indifese in un ambiente, come quello della città, che è a loro completamente ostile, piegati dal peso dei ricordi che, a quella età, hanno il sapore dolceamaro di ciò che è stato e non potrà più essere. Eppure nei loro occhi è possibile scorgere, ancora, la forza di aggrapparsi alla vita, la forza di non arrendersi, puoi leggere la forza di coloro che hanno vissuto a sufficienza per non farsi illusioni, ma non abbastanza per non sognare.
Tutto questo per dire che, appena letta le recensione di questo libro, mi sono precipitato a comprarlo. Nel complesso mi è piaciuto anche se nell'ultima parte assume una nota troppo sdolcinata che trovo poco realistica.

Una casa di riposo per anziani è per molti solamente un luogo ai margini della società, colmo di tristezze, rancori, respiri malinconici. Ma lungo i corridoi di Villa Rosa, oltre le porte delle camere, molti sono i destini che si incrociano e le storie da raccontare. Un imprevisto sconvolge infatti la placida routine di questo ospizio: la zona sarà sgombrata, poiché una vecchia bomba della Seconda Guerra deve essere rimossa dal cantiere circostante. Il piccolo evento diventa così per ognuno la scintilla dolorosa per risvegliare il ricordo delle paure del conflitto, delle miserie patite, delle famiglie spezzate.

Bagaglio leggero - Alessandro Tamburini
Editore - peQuod

Good N.E.W.S.


Vi segnalo che alla Triennale di Milano, per tutto il mese di agosto, sarà possibile visitare gratuitamente le due mostre che attualmente sono allesite. Una di questa mi sembra particolarmente interessante. Come suggerisce il titolo (Good N.E.W.S.), acronimo dei quattro assi di orientamento della cartografia tradizionale (North, East, West, South), la mostra intende proporre una serie di temi che da sempre appartengono alla storia dell'architettura nella costruzione dell'ambiente umano. Che cos'è l'architettura ? Quali sono le sue origini ? Come essa si è rappresentata e si rappresenta nelle varie società ? Cosa vuol dire fondare una città, costruire una casa, pensare un monumento ?
Al termine della mostra vi suggerisco una piacevole sosta al caffè (all'aperto) Fiat con vista sul parco Sempione.