domenica, luglio 30, 2006

Ancora un colpo di spugna


Non mi sono mai occupato di politica. Sin da giovane, osservando le vicende italiane, ho avuto un istintivo senso di nausea che mi ha impedito, molto spesso, perfino di turarmi il naso e di andare a votare.
Scrivo queste poche righe per sottolineare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di come l'Italia possa essere definita una repubblica basata sul colpo di spugna. Chi, tra gli altri, beneficerà della legge sull'indulto approvata ieri dalla Camera ? Solo per fare alcuni nomi noti:

- Anna Maria Franzoni (condannata a 30 anni per l'omicidio del figlio)
- Wanna Marchi e Stefania Nobile (accusate di aver messo in piedi una truffa per 2 mln di euro)
- Calisto Tanzi (responsabile del crack Parmalat)
- Sergio Cragnotti (responsabile del crack Cirio)
- Cesare Previti (condannato con sentenza definitiva per corruzione)
- Giampiero Fiorani e Stefano Ricucci (accusati di aggiotaggio, insider trading, truffa aggravata e bancarotta fraudolenta nel tentativo di scalata di Antonveneta ed RCS)

Concludo ricordando che negli Stati Uniti, per lo scandalo Worlcom, Bernie Ebbers (fondatore della società) è stato condananto a 25 anni di carcere, praticamente all'ergastolo tenendo conto che Ebbers ha 63 anni.

sabato, luglio 29, 2006

Cinema all'Umanitaria


Ecco il programma del cinema all'aperto dell'Umanitaria. Vi ricordo che cliccando sul titolo del film è possibile leggere una breve recensione.


Domenica 30 luglio ore 21.00

Syriana di S. Gahan


Lunedì 31 luglio ore 21.00

I giorni dell'abbandono di R. Faenza con L. Zingaretti


Martedì 1 agosto ore 21.00

Il grande silenzio di P. Groning


Mercoledì 2 agosto ore 21.00

La cospirazione di F. Meirelles


Giovedì 3 agosto ore 21.00

Le tre sepolture di T. Lee Jones


Venerdì 4 agosto ore 21.00

Bubble di S. Soderbergh


Sabato 5 agosto ore 21.00

Good night and good luck di G. Clooney


Domenica 6 agosto ore 21.00

Vai e vivrai di R. Mihailenau

martedì, luglio 25, 2006

Ingiustizia è fatta


Ecco fatto. Abbiamo perso l'ennesima occasione per rifarci un'immagine agli occhi del mondo. Non che, risanare il calcio, fosse tra le priorità di questo paese (la p minuscola è voluta), però poteva essere un inizio. Magari potevamo ricominciare a credere nelle favole. Potevamo addirittura pensare che la Giustizia (la g maiuscola è altrettanto voluta) non fosse solamente qualcosa di astratto, ma una spada capace di creare un confine tra coloro che rubano e vivono di sotterfugi e coloro che rispettano le regole. Magari ci potevamo illudere di non vivere in un paese (vedi sopra) in cui colui che imbroglia viene definito furbo e colui che si comporta in maniera corretta viene deriso e sbeffeggiato. Magari potevamo, ma non è stato così. Questo piccolo paese ha bisogno di autodistruggersi e di toccare veramente il fondo per poi, forse, rinascere.

L'ombra del vento


Ci sono libri che, sin dalle prime righe, ti afferrano per la gola e non ti mollano più finchè non leggi l'ultima parola. Ci sono libri che al mattino, quando ti svegli e apri gli occhi, sei contento di non aver ancora finito di leggere. Ci sono libri che, una volta terminati, ti lasciano in bocca un piacere che non sai spiegare, ma che vorresti durasse il più a lungo possibile. L'ombra del vento è uno di questi.
Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.

L'ombra del vento - Carlos Luis Zafon
Editore: Mondadori

lunedì, luglio 24, 2006

L'estate sta finendo


Sono tornato !! Anzi direi che sono appena tornato e ho già pubblicato le foto del mio soggiorno a Paros. Per i commenti vi rinvio a futuri post. Inoltre vi devo parlare di un libro bellissimo che mi ha tenuto compagnia sotto l'ombrellone. Buona visione a tutti.

Per le foto cliccate qui

domenica, luglio 16, 2006

Chiuso per ferie


Domani mattina alle 5 sarò in aeroporto pronto ad imbarcarmi per Paros. Una settimana di tutto relax al sole della Grecia. Per ovvie ragioni, quindi, non aggiornerò il blog fino a martedì 25. Al mio ritorno pubblicherò le foto, le recensioni dei libri che avrò letto e le mie riflessioni. Pensatemi con affetto.

Una piccola storia ignobile


Anna Pavesi, psicologa quarantenne con un matrimonio fallito alle spalle, si rifugia a Bergamo alta nella casa della nonna per ricominciare a vivere in compagnia della gatta Morgana. Il lavoro è poco e mal pagato. Un giorno entra in contatto con Benedetta, manager rampante di quella che una volta veniva definita "la Milano da bere". Benedetta ha perso recentemente una sorellastra, Patrizia, travolta da un'auto pirata. Il giorno del funerale scopre che la bara, dove dovrebbe esserci il corpo di Patrizia, è vuota.
Benedetta si rivolge ad Anna e le chiede di indagare e ritrovare la salma della sorellastra. Anna, a corto di soldi, accetta lo strano incarico e cercherà di districarsi non solo nelle nebbie che avvolgono i comuni dell'hinterland di Milano, ma anche nelle pieghe di una storia i cui contorni sono simili a molte di quelle che, ogni giorno, leggiamo sulla cronaca nera.

Una piccola storia ignobile
A. Perissinotto - Rizzoli

sabato, luglio 15, 2006

cinema all'Umanitaria


E' tempo di vacanze, lunedì mattina parto per Paros e, per un'intera settimana, non farò altro che leggere, leggere, leggere.... Per chi rimane in città, invece, continuano le proieizioni all'aperto presso l'Umanitaria. Ecco il programma della settimana che va dal 17 luglio fino a domenica 23. Per chi non l'ha ancora visto consiglio Inside man.

Lunedì 17 luglio ore 21.00

La bestia nel cuore di C. Comencini con G. Mezzogiorno


Martedì 18 luglio ore 21.00

Texas di F. Paravidino


Mercoledì 19 luglio ore 21.00

I segreti di Brokeback mountain di A. Lee


Giovedì 20 luglio ore 21.00

Inside man di S. Lee con D. Washington


Venerdì 21 luglio ore 21.00

Romance and cigarettes di J. Turturro


Sabato 22 luglio ore 21.00

Oliver Twist di R. Polansky


Domenica 23 luglio ore 21.00

Saimir di F. Munzi

Moggi e la presa della Bastiglia


Ieri, 14 luglio 2006, sono arrivate le sentenze su calciopoli. 14 luglio, l'anniversario della presa della Bastiglia. Non una data qualunque, il giorno in cui fu distrutto il simbolo del potere e dell'oppressione. Mi piace pensare che non sia una coincidenza, mi piace pensare, anzi, che ci sia una precisa volontà da parte di Ruperto e dei suoi collaboratori nel scegliere proprio quella data. Ma in fondo, dentro di me, so che non è così. In ogni caso sono convinto che tutto questo polverone alzato dallo scandalo del calcio servirà esclusivamente per fare una pulizia momentanea, il tempo che la polvere, lentamente, ricade e ricopra, di nuovo, tutto. Basta pensare a quello che è successo con tangentopoli; processi, arresti, epurazioni e poi al posto di Craxi, Martelli e soci ci siamo ritrovati Berlusoni. Oddio, già mi vedo a rimpiangere Moggi.

lunedì, luglio 10, 2006

La festa è finita


Ora che anche l'ultimo pallone è entrato in rete, ora che anche l'ultimo grido è uscito dalla gola, ora che le luci dei riflettori dell'Olympiastadion si sono spente, a mente fredda, facciamo alcune considerazioni.
Ieri, mentre assistevo dalla finestra ai festeggiamenti, dentro di me facevo alcune riflessioni. Sicuramente ero contento della vittoria, ma l'emozione che stavo provando non era nemmeno paragonabile a quella che provai nel 1982. Perchè ? Penso che non ci sia una sola risposta a questa domanda, i motivi sono molti. Prima di tutto perchè il cammino di questa nazionale è stato completamente differente. In Spagna eliminammo l'Argentina, il Brasile, e che Brasile, la Polonia e vincemmo in finale con quella che allora era chiamata Germania Ovest. Nel Brasile giocava gente come Zico, Socrates, Falcao, Junior, nell'Argentina c'era Maradona, Bertoni, Fillol, Ardiles e nella Germania Rummenigge, Briegel, Littbarsky, Schumacher.
Quest'anno abbiamo affrontato, e parlo della fase ad eliminazione diretta, l'Australia, squadra che solo ora si sta affacciando al panorama calcistico che conta, l'Ucraina nella quale l'unico giocatore di spessore internazionale e Shevchenko, la Germania che poteva rappresentare un pericolo solo per il fatto di giocare in casa e, infine, la Francia tenuta in piedi ancora dalla vecchia guardia (Zidane, Viera, Thuram).
Un altro perchè è rappresentato dalla gara di ieri. Non certo esaltante, vinta ai rigori dopo essere, confessiamolo, stati dominati per lunghi tratti del secondo tempo e in tutti i tempi supplementari. Non mi è piaciuta nemmeno la cerimonia di premiazione. Ero legato al ricordo di Madrid, dove tutta la squadra salì in tribuna a ricevere la coppa dalle mani del re di Spagna senza tanti effetti speciali. Semplice e nello stesso tempo toccante.
Ieri invece premiazione sul campo con i soliti effetti speciali (coriandoli sparati dai cannoni) con Oddo che taglia i capelli a Camoranesi e Lippi che si fuma un sigaro. La spettacolarizzazione del calcio, trasformato da sport ad evento mediatico, ha imposto anche questa metamorfosi.
Ancora perchè. Perchè i giocatori di questa squadra non sono portatori di principi, di valori. Non possono essere d'esempio a nessuno. Fino all'altro giorno tutti chiedevano la testa di Lippi, oggi ha vinto e quelle stesse persone si sperticano le mani in applausi e lo implorano di rimanere al suo posto. Eppure il valore morale ed etico della persona non è cambiato. E anche da un punto di vista tecnico, i giocatori della nostra nazionale, non sono certamente dei fenomeni. Se penso che gente come Platini, Cruyff, Baggio, solo per citarne alcuni, non ha mai vinto i campionati del mondo, mentre Iaquinta (e qui so di fare felice il mio amico Roberto), Perrotta, Zaccardo, sempre per citarne alcuni, ieri alzavano la coppa, mi viene da rabbrividire. Ma tant'è, anche questo fa parte del calcio.
Non sopporto nemmeno l'enfasi data al ritorno degli "eroi". La televisione che trasmette l'arrivo a Ciampino, i giornalisti che cercano di conoscere i più "eccitanti" dettagli su quello che è successo dopo, Prodi che ringrazia la squadra per aver unito il Paese. Ma quale unità ? Questo Paese è un'accozzaglia di furbi ed arroganti e nessuna coppa del mondo potrà mai cambiare le cose.
Queste sono le considerazioni che ho fatto nelle ore successive alla vittoria. Ma sarei un'ipocrita se negassi di aver sofferto per questa squadra. Mentre batto sulla tastiera mi fanno ancora male i polpastrelli delle dita ormai prive di unghie. Perchè l'ho fatto ? Perchè, che piaccia o no, il calcio, anche questo calcio, è una trasposizione fedele della vita di tutti noi. In una partita ci sono 22 giocatori che rincorrono un pallone, nella vita, tutti noi, rincorriamo i nostri sogni e, proprio come nel calcio, a volte facciamo delle azioni bellissime, in altre occasioni falliamo dei gol a porta vuota, veniamo ammoniti, finiamo in fuori gioco e solo pochissimi fortunati vincono la coppa del mondo.

domenica, luglio 09, 2006

Campioni del mondo !!

sabato, luglio 08, 2006

Berlino 22 anni fa


Berlino, Febbraio 1984. Una mattina di non so che giorno, un freddo intenso, intorno solo cumuli di neve, così alti che si fondevano con il bianco del cielo. Io ero lì perchè quell'anno la professoressa di tedesco volle portarci in Germania. Era ancora la Berlino divisa dal muro. Non era solo un muro fisico, era qualcosa di più. Mi ricordo che andammo a Berlino est con la metropolitana e quando scendemmo ci chiesero il passaporto. Andare dalla zona ovest a quella est non significava solamente coprire una distanza di qualche chilometro, era un viaggio nel tempo, un tuffo nel passato. Berlino ovest era una città degli anni 80, la parte ad est sembrava essersi fermata agli anni '40. Poche persone in giro, molta polizia e modelli di macchine che i miei occhi di diciasettenne non avevamo mai visto.
Ma perchè vi racconto tutto questo ? Semplice, perchè di quella visita mi sono rimasti pochi ricordi nitidi. Uno di questi è la visita all'Olympiastadion. Lo stadio inaugurato per le Olimpiadi del 1936 dove l'afro - americano J. Owens conquistò, alla faccia di Hitler e della sua razza ariana, quattro medaglie d'oro (100 mt, 200 mt, salto in lungo e staffetta 4x100). Lo stadio dove, solitamente, giocava l'altra Germania, quella dell'est, la cosidetta DDR, quella con la maglietta bianca e i pantaloncini blu. La Germania di quelli che avrebbero voluto essere al di là del muro, ma che la storia aveva condannato a ben altro destino. Mi rivedo lì su quelle gradinate all'interno dello stadio completamente vuoto a guardare il rettangolo verde. Domani quelle stesse gradinate saranno ricolme di tifosi e sul quel prato l'Italia proverà a vincere il mondiale.

mercoledì, luglio 05, 2006

In finale



al 118° minuto ho visto entrare in rete la palla. Sono schizzato dal divano sul quale ero seduto e che ormai era diventato un acquitrino da tanto stavo sudando, mi sono lanciato verso la finestra, l'ho aperta e ho urlato con tutto il fiato che avevo. Poi sono tornato in sala, mi sono buttato sul divano e ho cominciato ad urlare frasi senza senso. Bruno, ora andiamo a Berlino.

lunedì, luglio 03, 2006

Vendicare Bruno


Qualche giorno fa, Bruno, il cucciolo di orso che dal parco dell'Adamello si era spinto fino in Baviera, è stato abbattuto da un gruppo di cacciatori tedeschi. Domani, giorno di Italia - Germania, abbiamo un motivo in più per vincere.

sabato, luglio 01, 2006

Cinema all'Umanitaria


Continuano le proiezioni all'Umanitaria in via Daverio 7 (Milano). Vi aggiorno sul programma della prossima settimana.
Mi raccomando l'Autan, è una questione di sopravvivenza. Inoltre l'orario riportato (ore 21) è indicativo, in realtà essendo un cinema all'aperto bisogna attendere che diventi buio.
Costo biglietto: € 5.


Sabato 1° luglio ore 21.00

Travaux - Lavori in casa di B. Rouan con C. Bouquet


Domenica 2 luglio ore 21.00

False verità di A. Egoyan


Lunedì 3 luglio ore 21.00

La terra di S. Rubini


Martedì 4 luglio ore 21.00

L'enfant-una storia d'amore di L. e J.P. Daredenne con J. Renier


Mercoledì 5 luglio ore 21.00

Crash di P. Haggins


Giovedì 6 luglio ore 21.00

Broken flowers di J. Jarmush


Venerdì 7 luglio ore 21.00

Factotum di B. Hamer


Sabato 8 luglio ore 21.00

I tempi che cambiano di A, Techinè con C. Deneuve


Domenica 9 luglio ore 21.00

Il mio migliore nemico di C. Verdone con S. Muccino

Ricordo che...


L'11 luglio 1982, mi ricordo, passai tutta la giornata chiuso nella mia stanza ad aspettare l'inizio della partita. Mi ricordo che insultai Cabrini per aver fallito il calcio di rigore, e mi ricordo che poi andai a festeggiare la vittoria con una bandiera retta da un manico di scopa. Della semifinale dell'Azteca, giocata nel 1970, ovviamente, non ho nessun ricordo diretto in quanto avevo appena tre anni, ma mio padre me ne parlò molte volte e qualche anno più tardi la vidi alla televisione in una di quelle repliche integrali che fanno prima dei mondiali. Doveva essere il 1978, avevo 11 anni. Mi ricordo che era un pomeriggio di primavera e che fuori pioveva a catinelle, mi ricordo la piccola televisione in bianco e nero e mi ricordo un tè con i biscotti.
Ora il calcio non è più quello di quando ero ragazzino ed io non provo più le stesse emozioni, forse perchè, come il calcio, anch'io sono cambiato, ma Italia-Germania è sempre Italia-Germania.