martedì, ottobre 31, 2006
lunedì, ottobre 30, 2006
Che state a Fao ?
Secondo il Rappoto annuale sullo Stato di insicurezza alimentare nel mondo (Sofi), diffuso oggi dalla Fao, nel mondo ci 854 milioni di persone che soffrono la fame. La cosa assurda è che questo dato dal 1990/91 non è mai calato. Di questi 854 milioni, 820 vivono nei paesi in via di sviluppo, 25 milioni nei Paesi in via di transizione e 9 milioni nei Paesi industrializzati.
La situazione più difficile è quella dell'Africa sub-sahariana dove il numero di persone sottoalimentate è passato da 169 milioni nel 1990-92 a 206,2 milioni nel 2001-03. Tra le cause di questo incremento l'Aids, le guerre e le catastrofi naturali, in particolare nel Burundi, in Eritrea, in Liberia, in Sierra Leone e nella Repubblica democratica del Congo. E' proprio questo il Paese per cui si registrano le maggiori preoccupazioni della Fao poiché, a causa anche della guerra del 1998-2002, il numero di affamati è triplicato passando da 12 a 37 milioni di persone, cioè il 72% della popolazione. La Repubblica Democratica del Congo è un caso emblematico se si considera che si tratta di una delle regioni della terra con le maggiori risorse naturali. Per dirla con le parole del Sofi "ciò che manca è la volontà politica per mobilitare quelle risorse a beneficio degli affamati".
Action Aid International ha lanciato in contemporanea la campagna "Che state a Fao?" per denunciare l'insufficiente impegno politico e finanziario degli ultimi dieci anni da parte dei governi e della comunità internazionale. Per informarsi sulle iniziative portate avanti dalla ong si può visitare il sito
La situazione più difficile è quella dell'Africa sub-sahariana dove il numero di persone sottoalimentate è passato da 169 milioni nel 1990-92 a 206,2 milioni nel 2001-03. Tra le cause di questo incremento l'Aids, le guerre e le catastrofi naturali, in particolare nel Burundi, in Eritrea, in Liberia, in Sierra Leone e nella Repubblica democratica del Congo. E' proprio questo il Paese per cui si registrano le maggiori preoccupazioni della Fao poiché, a causa anche della guerra del 1998-2002, il numero di affamati è triplicato passando da 12 a 37 milioni di persone, cioè il 72% della popolazione. La Repubblica Democratica del Congo è un caso emblematico se si considera che si tratta di una delle regioni della terra con le maggiori risorse naturali. Per dirla con le parole del Sofi "ciò che manca è la volontà politica per mobilitare quelle risorse a beneficio degli affamati".
Action Aid International ha lanciato in contemporanea la campagna "Che state a Fao?" per denunciare l'insufficiente impegno politico e finanziario degli ultimi dieci anni da parte dei governi e della comunità internazionale. Per informarsi sulle iniziative portate avanti dalla ong si può visitare il sito
domenica, ottobre 29, 2006
Da molti a uno
Ecco la seconda parte dell'incontro che si è tenuto il 21 ottobre alla Fnac di via Torino a Milano dal titolo "Stati Uniti: dal New Deal al neoconservatorismo".
cliccate qui, si aprirà una pagina dove, sulla destra, troverete "click here to start download" e voi non dovete fare altro che cliccare. Buona lettura.
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Altri mondi
Ossetini del nord contro ingusci, ossetini del sud contro georgiani, ceceni contro megreli, cabardi contro adighezi, abkhazi contro svaneti e imereti. No, non sono nomi di popolazioni inventati, esistono veramente. Sono abitanti di una regione, quella del Caucaso, nella quale si combatte ancora la "guerra fredda" tra Russia e Stati Uniti. Una delle tante guerre di questo pianeta di cui non si parla, una guerra del tutti contro tutti. Da una parte la Russia che vuole allungare la sua ombra lunga sulla regione del Caucaso per rinverdire gli antichi splendori dell'ex URSS, dall'altra parte USA ed Europa sono decisi a metterci piede per controllare i giacimenti di petrolio e gas e per meglio fronteggiare la spinta islamica che proviene da Iran ed Afghanistan.
Una regione in cui odio, fame, povertà, morte scandiscono il passare di ogni ora del giorno.
"In un'assolata apzka dell'Abkhazia, affacciata sulle coste turche, due uomini mangiano storione sott'aceto, fagioli freddi con le noci e caprini stagionati nelle foglie di menta. La trattoria è deserta. Galleggia tra la spuma bianca del mar Nero e le verdissime foreste subtropicali. Uno è georgiano, l'altro ossetino. Sono cugini. si dichiarano assassini dei rispettivi fratelli. Dicono di odiarsi, di essere morti con le loro certezze. Sono figli del Pcus. Si chiedono quando inizierà l'ultima guerra. Appoggiano i fucili alla panca. Si alzano e inziano a ballare una frenetica "lesghinka". Soli, esibiscono braccia e gambe da soldati. Si sfiorano, disperati. Poi, senza più una parola, spariscono in opposti sentieri".
Sono altri mondi, non lontano dal nostro piccolo vivere quotidiano, ma dei quali non riusciamo più ad immaginare nemmeno l'esistenza.
Tratto dall'articolo di Gianpaolo Visetti su Repubblica del 29/10/2006
Una regione in cui odio, fame, povertà, morte scandiscono il passare di ogni ora del giorno.
"In un'assolata apzka dell'Abkhazia, affacciata sulle coste turche, due uomini mangiano storione sott'aceto, fagioli freddi con le noci e caprini stagionati nelle foglie di menta. La trattoria è deserta. Galleggia tra la spuma bianca del mar Nero e le verdissime foreste subtropicali. Uno è georgiano, l'altro ossetino. Sono cugini. si dichiarano assassini dei rispettivi fratelli. Dicono di odiarsi, di essere morti con le loro certezze. Sono figli del Pcus. Si chiedono quando inizierà l'ultima guerra. Appoggiano i fucili alla panca. Si alzano e inziano a ballare una frenetica "lesghinka". Soli, esibiscono braccia e gambe da soldati. Si sfiorano, disperati. Poi, senza più una parola, spariscono in opposti sentieri".
Sono altri mondi, non lontano dal nostro piccolo vivere quotidiano, ma dei quali non riusciamo più ad immaginare nemmeno l'esistenza.
Tratto dall'articolo di Gianpaolo Visetti su Repubblica del 29/10/2006
martedì, ottobre 24, 2006
Il segreto dell'anima e i suoi simboli
Questa volta mi sa tanto che i padri Domenicani del centro culturale "Alle Grazie" hanno un pochino esagerato. Si terrà, infatti, sempre nella sagrestia del Bramante, un ciclo di quattro incontri dal titolo "Il segreto dell'anima e i suoi simboli". Per quanto mi riguarda cominciamo a volora troppo alto per quelle che sono le mie capacità. In ogni caso, per non sbagliare, vi comunico le date e gli orari.
- giovedì 9 novembre 2006 ore 21.00: "La balena o della contemplazione profonda"
- giovedì 16 novembre 2006 ore 21.00: "Il passero o della ricerca"
- giovedì 23 novembre 2006 ore 21.00: "Il delfino o della meditazione"
- giovedì 30 novembre 2006 ore 21.00: "L'aquila o della contemplazione alta"
Relatore: Prof. G. Barzaghi.
- giovedì 9 novembre 2006 ore 21.00: "La balena o della contemplazione profonda"
- giovedì 16 novembre 2006 ore 21.00: "Il passero o della ricerca"
- giovedì 23 novembre 2006 ore 21.00: "Il delfino o della meditazione"
- giovedì 30 novembre 2006 ore 21.00: "L'aquila o della contemplazione alta"
Relatore: Prof. G. Barzaghi.
lunedì, ottobre 23, 2006
Il mito del Mantegna
Il Centro culturale "Alle Grazie" organizza un incontro avente per tema il mito del Mantegna che si terrà il 6 novembre 2006 alle ore 21.00 presso la sagrestia del Bramante a Santa Maria delle Grazie a Milano (ingresso da via Caradosso 1). L'entrata è gratuita, l'uscita, invece, è a pagamento nel senso che un'offerta è sempre ben gradita. Sempre i padri Domenicani del centro organizzano una visita guidata sul famoso artista del quattrocento a Verona (13 gennaio 2007). I programmi dettagliati sono disponibili presso la portineria del convento, Via G. Sassi 3 a Milano. Nel medesimo luogo si raccologono le iscrizioni dalle ore 8.00 alle 13.00 dal lunedì al sabato. Posti disponibili 25. Beh, vi ho detto tutto, ora tocca a voi.
domenica, ottobre 22, 2006
Gli Stati Uniti: dal New deal ai neoconservatori
Sabato, alla Fnac di via Torino a Milano, si è tenuto un incontro dal titolo "Stati Uniti: dal New Deal ai Neoconservatori". Hanno partecipato, tra gli altri, Guido Martinotti, professore di sociologia urbana all'Università di Milano-Bocconi e Fabrizio Tonello, docente di Istituzioni politiche nordamericane alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Padova. Per scaricare l'intervento del professore Tonello dal titolo "Società statunitense e neoconservatorismo", cliccate qui
sabato, ottobre 21, 2006
E voi da che parte state ?
Spesso mi è capitato di discutere con amici sull'opportunità o meno di abbandonare un libro nel momento in cui si scopre che non è di proprio gradimento. In famiglia, ad esempio, io e mia moglie la pensiamo in maniera diametralmente opposta, lei sostiene che è un diritto del lettore (come afferma Pennac) accantonare una lettura che non appaga chi la legge. Io, viceversa, mi sforzo di portare a termine anche quei libri che vorrei cestinare immediatamente.
Sulla questione si sono espressi molti scrittori e proprio questa mattina mi è a capitato di leggere l'introduzione del nuovo libro di Nick Hornby ("Una vita da lettore" - Guanda editore). Lo scrittore inglese afferma che "se si desidera che la lettura sopravviva come attività di svago, e alcune statistiche dimostrano come la cosa non sia affatto scontata, allora dobbiamo fare pubblicità alle gioie che ci regala, più che ai suoi (dubbi) benefici. Non vorrei mai dover dissuadere qualcuno dalla lettura di un libro. Ma vi prego, se state leggendo un libro che vi sfinisce, lasciate perdere leggete qualcos'altro, come quando mettete mano al telecomando se non vi piace un programma televisivo. La vostra incapacità di godervi un romanzo reputatissimo non significa che siate ottusi; anzi, potreste scoprire di preferire Graham Greene, o Stephen Hawking, o Ian Rankin, o Charles Dickens, fate voi. Non importa. So soltanto che ricaverete ben poco da un libro che vi fa piangere per la pena di leggerlo. Non ve lo ricorderete e non imparerete niente; e, la prossima volta, con ogni probabilità sceglierete di guardare il Grande Fratello invece di leggere un libro".
Vuoi vedere che ha ragione mia moglie ?
venerdì, ottobre 20, 2006
L'isola di Arturo
Arturo, l'io narrante, ripercorre i giorni della sua infanzia e della sua adolescenza trascorsi a Procida. Orfano di madre dalla nascita, Arturo passa le sue giornate in solitudine fantasticando di mondi lontani, di eroi e cavalieri e vedendo nel padre stesso una figura quasi mitologica. Un padre che, in realtà, non lo ama e che spesso si assenta dall'isola per lunghi periodo, ma Arturo attende sempre con ansia ogni suo ritorno anelando il giorno in cui egli lo porterà con sè, giorno che, invece, non giungerà mai.
A turbare il lento scorrere delle giornate sull'isola giunge, improvvisamente, Nunziatella, giovane sposa del padre. L'arrivo di questa ragazza segnerà il passaggio di Arturo dall'infanzia all'adolescenza ed infine all'età adulta. Nunziatella da prima sarà una nemica da combattere ed oltraggiare a tutti i costi in quanto colpevole di "rubargli" il padre, ma in un secondo tempo diventerà la figura femminile che è sempre mancata ad Arturo, trasformandosi, subito dopo, in un amore impossibile che lo costringerà a varcare le "colonne d'Ercole" e abbandonare l'amata isola per non farci più ritorno.
L'isola di Arturo
E. Morante - Einaudi
A turbare il lento scorrere delle giornate sull'isola giunge, improvvisamente, Nunziatella, giovane sposa del padre. L'arrivo di questa ragazza segnerà il passaggio di Arturo dall'infanzia all'adolescenza ed infine all'età adulta. Nunziatella da prima sarà una nemica da combattere ed oltraggiare a tutti i costi in quanto colpevole di "rubargli" il padre, ma in un secondo tempo diventerà la figura femminile che è sempre mancata ad Arturo, trasformandosi, subito dopo, in un amore impossibile che lo costringerà a varcare le "colonne d'Ercole" e abbandonare l'amata isola per non farci più ritorno.
L'isola di Arturo
E. Morante - Einaudi
martedì, ottobre 10, 2006
Geografie contemporanee
"Geografie contemporanee" è una serie di incontri che la Fondazione Corriere della Sera dedica all'approfondimento delle realtà culturali, sociali, economiche e politiche dei Paesi al centro dell'interesse della comunità internazionale. Il ciclo si è aperto affidando ad intellettuali e giornalisti provenienti da Israele, Libano e Palestina una riflessione sulla questione mediorientale e i suoi più recenti sviluppi, dal ritiro israaeliano di Gaza al governo Hamas, alla guerra in Libano.
Per ascoltare la conferenza, cliccate qui.
Per ascoltare la conferenza, cliccate qui.
mercoledì, ottobre 04, 2006
Caffè scienza
In mezzo al groviglio delle infinite rotte metropolitane, uno spazio per la scienza piacevole informale, per offrire a chi passa un tema scientifico da affrontare in compagnia di persone esperte e di un caffè, ma non solo.
Il tutto alla Feltrinelli di corso Buenos Aires, 33 (Milano).
Il programma degli incontri
Il tutto alla Feltrinelli di corso Buenos Aires, 33 (Milano).
Il programma degli incontri
martedì, ottobre 03, 2006
Il terzo uomo
Questa foto è entrata nella storia. 1968, olimpiadi di Città del Messico, si è da poco conclusa la finale dei 200 metri maschili. Durante la premiazione gli americani Tommi Smith, primo classificato, e John Carlos, giunto terzo, alzano al cielo, in segno di protesta, il pugno guantato del black power. E' l'anno in cui vengono assassinati Martin Luther King e Robert Kennedy, negli Stati Uniti divampa la protesta dei neri e anche lo sport viene avvolto dal fuoco della rivolta. Pochi giorni prima, sempre a Città del Messico, una manifestazione di studenti venne repressa a colpi di fucile, sull'asfalto rimasero centinaia di ragazzi.
Ma chi è il terzo personaggio della foto ? Chi è l'uomo bianco testimone di quella singolare quanto efficace protesta ? E' Peter Norman, australiano, che , con il tempo di 20"06 che resta tuttora il record australiano dei 200, chiuse la finale alle spalle di Smith e davanti a Carlos. Oggi Peter Norman è morto all'età di 64 anni, una parte di quella fotografia si è sbiadita per sempre.
Ma chi è il terzo personaggio della foto ? Chi è l'uomo bianco testimone di quella singolare quanto efficace protesta ? E' Peter Norman, australiano, che , con il tempo di 20"06 che resta tuttora il record australiano dei 200, chiuse la finale alle spalle di Smith e davanti a Carlos. Oggi Peter Norman è morto all'età di 64 anni, una parte di quella fotografia si è sbiadita per sempre.