domenica, dicembre 31, 2006

Ultimo giorno dell'anno

Ultimo post dell'anno e lo voglio dedicare ai miei amici (anche a quelli che non vedete in questa foto). Quest'anno, un po' per tutti, è stato un anno all'insegna della tecnologia. Alcuni di voi hanno scoperto che il computer, oltre ad essere uno strumento di tortura, se utlizzato sul lavoro, può essere anche un mezzo per viaggiare, più o meno virtualmente, per informarsi, ma, soprattutto, per accorciare le distanze dalle persone a cui vogliamo bene, ma che non possono essere con noi. Che poi il computer in questione sia un mac, è un dettaglio per niente trascurabile.
Vi auguro, per tutti i trecentosessantacinque giorni del 2007, di svegliarvi ogni mattina con la voglia di amare e di rincorrere i vostri sogni.

martedì, dicembre 26, 2006

Lavoro, sempre lavoro....

Come potete vedere dall'immagine, anche durante le feste natalizie sono costantemente impegnato a lavorare per voi. Per tutti coloro che volessero approfondire l'uso del Mac, segnalo questo interessante sito

domenica, dicembre 24, 2006

E' ancora Natale

Ormai ci siamo, ancora poche ore e le strade si svuoteranno, i negozi tireranno giù la saracinesca, ci accomoderemo alle nostre tavole imbadite come non mai e inizieremo a consumare cene e pranzi pantagruelici e poi scarteremo i regali che tanto affannosamente abbiamo cercato ed acquistato in questi giorni. Dopodichè tutto tornerà come prima e i giorni continueranno a scivolare inesorabili come gocce di pioggia sui vetri, in attesa di un nuovo Natale.
Come sapete non ho una visione molto romantica del Natale, quindi, fare gli auguri suonerebbe, probabilmente, un po' falso. Voglio, però, chiudere con una frase di Dickens che, oggi più che mai, suona molto utopica e fuori dal tempo, ma la cui semplice lettura infonde ancora speranza, un po' come tutte le utopie.

"Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l'anno"

Charles Dickens

martedì, dicembre 19, 2006

Ancora Parigi

Le foto le avete già viste, ma ho realizzato anche una breve presentazione. Va bè, prometto che per un po' non vi parlerò più di Parigi. Il formato è alquanto ridotto poichè un'ampiezza maggiore avrebbe richiesto molta banda per la visione. Ah, dimenticavo: alzate il volume.

lunedì, dicembre 18, 2006

Treno di notte per Lisbona

E' come se fossero una calamita, qualcosa a cui non so resistere. Sto parlando di quelle storie dove il protagonista, quando ormai sembra essere tardi per ogni cosa, quando pare non esserci più tempo, quando, per capirci, il quarto uomo ha già esposto il cartello con i minuti di recupero e al nostro "eroe" non rimane altro da fare che buttare il pallone "in the box", insomma quando gli ultimi granelli della clessidra stanno velocemente e inesorabilmente scivolando verso il fondo, con un colpo di coda o, se preferite, di pazzia, il nostro uomo riesce a cambiare il corso della propria vita. Ecco, queste per me sono le Storie, quelle che mi fanno sentire bene, che mi mettono di buon umore, che mi fanno capire che, in fondo, la vita può essere un lungo fiume tortuoso di cui si capisce il percorso solo osservandolo dall'alto.
Quindi, quando ho letto la seconda di copertina del libro di Pascal Mercier mi sono subito fiondato alla cassa a pagare. Gli ingredienti c'erano tutti; un anziano professore svizzero (Gregorius) di greco, latino ed ebraico che per tutta la vita ha insegnato in un liceo di Berna, un giorno si imbatte in una misteriosa ragazza portoghese che ha deciso di suicidarsi. Gregorius non sa nulla della donna se non che era portoghese. La mattina dopo, complice la scoperta in una libreria antiquaria del libro di un enigmatico scrittore lusitano, l'altrimenti prevedibilissimo professore prende un treno diretto a Lisbona, dove spera di rintracciare l'autore. Da questo momento decolla una vicenda che costringerà Gregorius a confrontarsi con le contraddizioni degli affetti e gli orrori della Storia in un modo che mai avrebbe potuto immaginare nella sua rassicurante Berna.
Questa, in breve, la storia. A dir la verità quando ho terminato di leggere l'ultima pagina e ho chiuso il libro, sono quelli i secondi della verità in cui si capisce se un libro è piaciuto o meno, in quell'istante, dicevo, ho avvertito un sensazione di incompiutezza. Tutto sommato il libro non mi è spiaciuto, ma non mi ha toccato tutte le corde dell'anima.

Treno di notte per Lisbona - P. Mercier
Editore: Mondadori

venerdì, dicembre 15, 2006

Ville lumière, sempre più lumière

Sebbene molto provato nel fisico, ma non nello spirito, dalla marcia forzata a cui sono stato sottoposto nei tre giorni trascorsi a Parigi, eccomi di nuovo qui con voi. Ho ancora negli occhi le mille luci della ville lumière che sotto Natale è ancora più lumière del solito.
Per darvi immediatamente un'idea di questa fantastica città eccovi le foto.

sabato, dicembre 09, 2006

Paris mon amour

Grazie all'iniziativa di Trenitalia (qui), lunedì parto per Parigi. E' molto tempo che non visito la capitale francese, l'ultima volta che ci sono stato risale ai primi anni novanta. Nell'ultimo decennio le cose sono cambiate molto velocemente un po' ovunque. In fondo anche noi non siamo più gli stessi di qualche anno fa. Che città troverò ? Rimarrò deluso ? Ma, staremo a vedere, quel che è certo è che farò molte foto. In attesa del mio reportage, vi segnalo un'interessante iniziativa del comune di Parigi che ha messo a disposizione, gratuitamente, migliaia di fotografie della capitale francese. Il sito lo trovate qui.

venerdì, dicembre 08, 2006

Alternative, ma non per noi

Ecco la seconda parte dell'incontro sul tema dei costi dell'adattamento ai cambiamenti climatici. Gianluca Ruggieri ci dimostra che esistono delle alternative all'energia ricavata da fonti fossili e, alcuni paesi, hanno già, da molti anni, intrapreso questa strada.
cliccare qui per scaricare il file

giovedì, dicembre 07, 2006

Giorni felici

Forse non ci sono giorni della nostra infanzia che abbiamo così pienamente vissuto come quelli che abbiamo creduto di lasciare senza viverli, quelli che abbiamo trascorso con un libro preferito. Di tutto ciò che, in apparenza, li riempiva per gli altri, e che noi allontanavamo come un ostacolo volgare a un piacere divino: il gioco per il quale un amico passava a prendervi sul punto più interessante, l'ape o il raggio di sole invadenti che ci costringevano ad alzare gli occhi dalla pagina o a cambiare posto, le provviste per la merenda che ci avevano fatto portare e che lasciavamo vicino a noi sulla panca, senza toccarle, mentre, sopra la nostra testa, il sole perdeva forza nel cielo blu, la cena per la quale era stato necessario rientrare e durante la quale non pensavamo che a salire per terminare, subito dopo, il capitolo interrotto; di tutto questo, di cui la lettura avrebbe dovuto impedirci di percepire altro che l'importunità, essa imprimeva al contrario in noi un ricordo talmente dolce (tanto più prezioso, secondo il nostro attuale giudizio, di quello che leggevamo allora con tanto amore), che, se ci capita ancora oggi di sfogliare questi libri di un tempo, è solo più in quanto sono gli unici calendari che abbiamo conservato dei giorni sepolti, e con la speranza di vedere riflesse sulle loro pagine le case e gli stagni che non esistono più.

M. Proust - Sur la lecture

domenica, dicembre 03, 2006

Non ci sono più le mezze stagioni

Quello sui cambiamenti climatici è, senza ombra di dubbio, uno degli argomenti più attuali. Inverni miti, lunghi periodi di siccità e poi, improvvisamente, fortissime piogge. Negli ultimi anni, grazie soprattutto alla poca lungimiranza e alla logica del profitto dei paesi industrializzati, il clima è cambiato. Cosa è possibile fare ora ? Quali sono i costi dell'adattamento ai cambiamenti climatici ? Ne hanno discusso ieri alla Fnac di Milano:
Chiara M. Travisi, ricercatrice alla Fondazione Eni Enrico Mattei e al Politecnico di Milano;
Marco Grasso del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell'Università di Milano-Bicocca;
Gianluca Ruggieri, consulente energetico ricercatore all'Università dell'Insubria.
Per scaricare il primo intervento, cliccare qui